Se l'attrezzaggio di
una teleferica fosse utilizzato nell'esercizio di un'attività lavorativa, il
sistema dovrebbe essere obbligatoriamente sottoposto a un processo di
valutazione del rischio da parte del datore di lavoro, e il materiale
utilizzato dovrebbe essere certificato, in accordo con il D.Lgs. 81/08.
Nel caso di
un'attività sportiva, il rischio accettabile è determinato attraverso la
comparazione con lo standard di accettazione del rischio nella disciplina
sportiva stessa. L'attrezzaggio può essere realizzato, a scelta del tecnico,
con tecniche consolidate dalla pratica quali per esempio l'utilizzo di una sola
corda, sia per la progressione, sia per la sicurezza, oppure l'uso di
discensori del tipo non autobloccante.
La realizzazione
della teleferica in una manifestazione pubblica, è subordinata all'attestazione
dell'idoneità statica dei materiali e delle strutture utilizzate da parte di un
tecnico abilitato. La geometria della corda, la tipologia dell'attrezzaggio e i
materiali utilizzati ricadono nell'ambito delle valutazioni tipiche del tecnico
speleologo. La valutazione delle azioni sui manufatti è materia di pertinenza
di un tecnico iscritto all'Albo. E' superfluo ricordare che il tecnico non deve
solo valutare il sistema dal punto di vista della statica. È opportuno
considerare il sistema anche da un punto di vista di eventuali deformazioni
permanenti o danni delle strutture coinvolte. È cura del tecnico fornire
indicazioni al fine di applicare i carichi in modo tale da evitare qualunque
effetto permanente alle strutture.
GENERALITA' - La
teleferica è un sistema di trasporto molto antico. Trova applicazioni civili e
industriali, nel trasferimento di persone, o cose, tra stazioni di partenza e arrivo
distanti e separate spesso da forti dislivelli. Le installazioni di teleferiche
nei cantieri forestali di esbosco sono quelle che mostrano maggiori
similitudini con le applicazioni sportive, come ad esempio quelle utilizzate
nei campi avventura o nelle manifestazioni dimostrative, nella speleologia e
nel torrentismo. L'utilizzo di una corda portante, invece di una fune (cioè di
un cavo d'acciaio) è relegato, per quanto ne so io, unicamente alla pratica
speleologica e del soccorso alpino e speleologico.
Qui consideriamo la
teleferica come un sistema assistito di trasporto di persone su corda. Sono
esclusi, pertanto, quei sistemi di attrezzaggio della speleologia come i
traversi, la discesa su corda singola con un ramo in teleferica, e i pendoli,
tipici della progressione su corda per mezzo di tecniche individuali e non
assistite.
La geometria della
teleferica è caratterizzata dalla distanza D (m), misurata in piano, tra le
stazioni di partenza e di arrivo, e dal dislivello H (m) tra queste. La
lunghezza convenzionale della corda L (m) necessaria per armare la corda
portante della teleferica, dati H e D, può essere eventualmente calcolata. In
linea di massima, poiché è necessario calare la corda alla base della stazione
di partenza, e poi trasportarne un capo alla stazione di arrivo, è utile
disporre comunque di una corda di lunghezza superiore a D+H. In tale modo, è
sempre possibile, in caso di inconvenienti, lascare la portante e riportare a
terra il carico trasportato senza giuntare ulteriori spezzoni.
Le corde, durante
l'applicazione di un carico, sono soggette a un allungamento . Il carico si
muove lungo la portante seguendo una traiettoria curva, mantenendosi al di
sotto della quota teorica.
L'allungamento
elastico della corda determina una freccia F, cioè uno scostamento verticale
della posizione del carico rispetto alla linea teorica del tiro. Tale
abbassamento del carico può causare un'interferenza delle operazioni di
trasporto lungo la teleferica con il suolo o con ostacoli ubicati lungo il
percorso, oltre a determinare la possibilità che il carico stesso, giunto nel
punto di massimo abbassamento, debba essere poi sollevato per completare il
passaggio.
Dato un carico P, la
freccia può essere ridotta mediante l'applicazione alla corda di un pre-tensionamento
T. Per una medesima corda e per un medesimo carico, indipendentemente dalla
lunghezza della corda, la freccia percentuale (F/L*100) dipende solo dal
pre-tensionamento applicato alla corda.
Una teleferica
costituita dalla sola corda portante, lungo la quale il carico si muova per
effetto della forza di gravità, si definisce 'tirolese' o zip-line. Tale
configurazione richiede generalmente un sistema di freno al termine del
percorso della corda portante. Per via dello stress elevato indotto sulle corde,
le tirolesi sono realizzate quasi esclusivamente con funi metalliche.
Il cosiddetto
trasferimento da corda a corda, o pendolo assistito, prevede l'uso di tre o
quattro corde e, rispetto alla teleferica, limita le sollecitazioni sugli
ancoraggi. L'uso di tale sistema, del quale non ci occupiamo, richiede spazi
liberi molto maggiori e un certo impegno muscolare da parte degli operatori.
La teleferica è
costituita generalmente da tre corde, una corda portante e due corde di traino
(il traino può essere realizzato con un'unica corda di lunghezza doppia). Per
allestimenti particolari, qualora sia necessario effettuare operazioni di
carico o scarico lungo la campata, può essere ipotizzabile l'uso di una quarta
corda con funzione di corda pescante. Quest'ultimo sistema complica
notevolmente lo schema operativo e determina un incremento delle forze
necessarie per il funzionamento.
ANALISI DEL SISTEMA
- La corda portante sostiene il carico. Per carichi 'normali' e pari a circa
100 daN, cioè 100 kg peso, e con pre-tensionamenti tali da limitare la freccia
al 10% della campata, la corda portante può essere costituita da una corda
statica singola da 10 mm di diametro. Nel caso di manovre eseguite per fini
diversi dall'attività sportiva, quali il soccorso organizzato, o le manovre
tecniche in ambito lavorativo, sarà necessario seguire le relative regole di
attrezzaggio che possono imporre l'uso di una corda principale per la
sospensione, e di una seconda corda, diversa dalla prima, per la sicurezza.
A tale
configurazione potrà far ricorso il tecnico nel caso sia richiesta la
realizzazione di tiri particolarmente tesi, cioè per frecce minori del cinque
per cento della campata, per via della minore deformabilità del sistema
costituito da due corde. In tal caso, è necessario utilizzare due corde dello
stesso tipo, tensionate allo stesso modo con un sistema gemellare e
geometricamente disposte sullo stesso piano verticale (installazione con due
carrucole), ovvero appaiate (installazione con carrucola Kootenay).
Le due corde di
traino assumono, a seconda della configurazione, diverse funzioni. La prima
corda, quella gestita a monte, assume la funzione di freno della calata o di
tiro verso l'alto del carico; la seconda corda di traino, quella gestita da
valle, assume la funzione di tiro del carico verso valle, qualora la pendenza
non consenta il trasporto per gravità. In tal caso, le funzioni delle corde di
traino si invertono.
La presenza di
entrambe le corde di traino consente la completa gestione del carico,
eventualmente mediante la manovra del pendolo assistito, anche nel caso
d'inconvenienti come il grippaggio di una carrucola, oltre che la possibilità
di sostenere il carico qualora si tema il cedimento degli ancoraggi della
portante. In tale caso, si ritiene che l'ulteriore abbassamento del carico,
prima dell'intervento delle corde di traino, renda necessario un franco libero
pari a circa il 20% della lunghezza della campata, per evitare che il carico
vada a impattare contro gli ostacoli.
Il controllo della
calata da monte può avvenire con un dispositivo tipo grì-grì, in modo da poter
rapidamente invertire la discesa e montare un paranco per il recupero. Il
controllo del traino a valle può avvenire con un dispositivo tipo grì-grì,
ovvero con montaggio della carrucola Prusik.
In linea di massima,
delle due corde di traino, è sempre necessario attrezzare quella a monte. La
predisposizione di una corda di traino a valle, invece, potrà essere evitata
nel caso di calate particolarmente ripide.
Il pre-tensionamento
T necessario per limitare al 10% della campata la freccia di una teleferica
costruita con corda statica da 10 mm, è pari a circa 2,5 volte il carico P. Se
P=80 daN, T dovrà essere pari a 80*2,5=200 daN. Nel caso si voglia ridurre la
freccia al 5% della campata, sarà necessario un pre-tensionamento pari a 5
volte P, badando di non superare indicativamente il valore di pre-tensionamento
di 300 daN.
Il campo delle
ordinarie realizzazione teleferiche su corda consente di realizzare attrezzaggi
limite con frecce dell'ordine del 5% di campata. Per realizzare sistemi con
elasticità minore, è necessario rivolgersi all'utilizzo di sistemi di
sospensione con funi d'acciaio. In pratica, per una lunghezza di corda pari a
100 m, la minima freccia realizzabile con un sistema monocorda è pari a 5 m,
per carichi limitati al peso di una persona. Per utilizzi ordinari, non è però
utile spingersi al di sotto di frecce pari al 10% della campata, e comunque non
oltre quella tensione che garantisce il comodo superamento dell'ostacolo.
Il pre-tensionamento
è normalmente eseguito mediante un paranco, anche se, in particolari
situazioni, può essere impartito con il peso di un grappolo di persone. Uno
speleologo particolarmente forte e accorto, può tendere una corda, tramite un
paranco 1:3, fino al valore di 100 daN. Servirà la partecipazione, quindi,
almeno di due speleologi per tensionare decentemente la teleferica.
E' utile qui
ricordare che il sistema statico della teleferica, al di fuori delle condizioni
di applicazione qui espresse, realizza un formidabile (e potenzialmente
pericoloso) moltiplicatore delle tensioni. E' pertanto necessario:
1) limitare il carico al trasporto al
massimo di due persone (200 daN), e non superare il pre-tensionamento di 300
daN. Ciò potrebbe comportare una freccia massima superiore al 15% della
lunghezza della campata;
2) evitare oscillazioni del carico,
discese rapide e arresti bruschi, circostanze che determinano incrementi
elevati della tensione della portante.
La 'regola del 12',
utilizzata dalle organizzazioni di soccorso statunitensi, afferma che
Nr*M<12, cioè che il numero di persone che effettuano il tiro a mano,
moltiplicato per il moltiplicatore teorico del paranco, dev'essere inferiore a
12. In questo caso, il tiro che effettua a mano ogni operatore, è valutato in
25 daN. Ciò equivale a dire, come già affermato, che il carico di lavoro deve
mantenersi al di sotto dei 300 daN.
La resistenza della
corda portante può essere valutata in 2.400 daN. Considerando un decremento di
resistenza al nodo del 25%, si giunge a circa 1800 daN. Mantenersi sotto un
carico di lavoro di 300 daN significa utilizzare un fattore di sicurezza pari a
6. E' comunque preferibile vincolare la portante agli attacchi con un sistema
che offra alta resistenza (attacchi ad alta resistenza eseguiti senza l'uso di
nodi) e una protezione pseudo-dinamometrica (shock-absorber), cioè tale che,
superata una soglia di tensione, consenta uno scorrimento della corda e un
rilassamento delle sollecitazione, come ad esempio l'uso di un MBB (nodo mezzo
barcaiolo bloccato, eventualmente rinforzato) e, ancora meglio, di nodi
autobloccanti Prusik a tre spire, realizzati con anelli di cordino in kevlar da
5,5 mm e soggetti a scorrimento sulla corda per tensioni dell'ordine dei
600/800 daN.
L'ancoraggio di partenza
e di arrivo della teleferica sono posizionati in modo tale che l'aggancio e lo
sgancio del carico siano comodi, indicativamente circa 1,50 m al di sopra del
piano di appoggio. L'applicazione del carico determinerà un abbassamento
massimo del carico, o freccia, del 10% circa rispetto alla lunghezza totale del
tiro (campata). Tale considerazione è utile per determinare a priori se, lungo
il tiro stesso, qualche ostacolo andrà a interferire con la corda o con il
movimento del carico; circostanze, queste, da evitare con attenzione.
È da prevedere un
attacco disassato e indipendente per il traino a monte, con particolare cura
che sia protetto l'avvicinamento degli operatori nelle fasi di sospensione del
carico e che la direzione del tiro possa essere invertita da calata a recupero
mediante il montaggio di un bloccante NAB (Nodo Auto Bloccante) e di una
carrucola mobili.
A valle, è predisposto un attacco anch'esso
disassato rispetto alla portante, utilizzato per la realizzazione del paranco
di tiro e per il montaggio del traino a valle. La portante è normalmente
vincolata a un moschettone tipo HMS con MBB rinforzato. Il trasferimento della
forza di trazione dal paranco alla portante può essere effettuato mediante uno
spezzone di corda ausiliario, collegato alla portante mediante un nodo
autobloccante. Tranne che per tiri più che modesti, è da evitare assolutamente
l'uso di:
a) bloccanti meccanici (tipo maniglia)
sulla portante per il pericolo di danneggiamento della corda;
b) dispositivi autobloccanti (tipo grì-grì)
in sostituzione del MBB, per il pericolo di blocco del dispositivo e lo
schiacciamento della corda.
Il carico è sospeso
alla portante per mezzo di una carrucola. Il traino a monte, comandato da un
sistema frenante assistito tipo grì-grì, è connesso alla carrucola con un nodo
non in tensione (jumper), tramite un prusik di by-pass (shock-absorber). In
linea di massima, il traino a valle è attrezzato nel medesimo modo del traino a
monte. La carrucola ottimale per il trasporto su teleferica è del tipo a pulegge
in linea, o tandem, montata sulla portante. Il collegamento alla seconda
portante, se installata, sarà eseguito con una carrucola semplice e un
cavallotto di collegamento alla carrucola tandem. Le carrucole Kootenay a gola
larga sono adatte a ospitare due portanti e a consentire il passaggio di
eventuali nodi di giunzione tra le corde. Le carrucole ad alto rendimento
(alto-carico) sono, invece, adatte per la realizzazione del paranco. Le
carrucole leggere sono ideali per utilizzo come carrucola prusik.
Per quanto riguarda
i materiali utilizzati, il sistema strutturale è costituito dai seguenti
elementi: corda statica da 10 mm e connettori di resistenza pari ad almeno 22
kN, del tipo moschettone con ghiera, o a base larga (HMS). L'utilizzo dei
materiali è subordinato alla formazione da parte degli operatori circa le
tecniche e le istruzioni di utilizzo sportivo delle attrezzature. In
particolare, tutte le attrezzature utilizzate riportano gli estremi di
marcatura CE secondo le norme: EN 564 cordini, EN 565 fettucce, EN 566 anelli
di corda e rinvii, EN 567 bloccanti, EN 892 corde dinamiche, EN 1891 corde
statiche, EN 959 ancoraggi per roccia, EN 12275 connettori, EN 12277 imbraghi,
EN 12278 carrucole, EN 12842 discensori, EN 12492 caschi.
Sandro Demelas (sandrodemelas@gmail.com)
Nessun commento:
Posta un commento
Critiche e commenti son bene accetti!