ELEMENTI DI PROSPEZIONE ANEMOMETRICA
Dove lo speleologo troverà alcune informazioni utili per
inseguire l'aria e raggiungere quella parte del sistema carsico che gli è
ignota, ma che cionondimeno esiste, almeno nei suoi sogni. In attesa di
ricevere osservazioni e domande, proverò a proporre in prosa ciò che l'algebra
vettoriale scrive in poesia: gradienti, divergenze e rotori.
L'aria che si muove dentro le montagne è soggetta alle
stesse leggi fisiche che regolano l'atmosfera, e ne è un distante
prolungamento. Ma qui non parleremo di meteorologia. Non parleremo né di
temperatura, né di pressione. Tralasceremo le cause che mettono in moto l'aria
in grotta e ci limiteremo a osservare un'unica grandezza caratteristica. Se
fossimo in superficie, la chiameremmo Vento. Qui sotto, la chiamiamo
semplicemente Aria, declinata nei suoi elementi fondamentali: verso
("aspira", "soffia"), direzione e velocità. Per quanto ci
riguarda, l'aria che inseguiremo è come un corso d'acqua nel quale saremo
immersi e di cui osserveremo solo un breve tratto. Il fiume si origina da
qualche parte, a monte, scorre verso valle e prosegue il suo corso ancora più a
valle, fino al mare.
Osserviamo il moto dell'acqua del fiume. Ciò che potrebbe
sembrare soltanto un moto disordinato e di lettura incomprensibile, appare
invece come una struttura più ordinata a chi guardi le evoluzioni della
corrente con gli occhi della fluidodinamica. Esiste un modo per rappresentare
con un disegno questa struttura? Certo, si tratta del modello a tubi di flusso.
In realtà, il modello a tubi di flusso è un metodo adatto a rappresentare il
moto tridimensionale di un fluido. Per una rappresentazione bi-dimensionale,
come può essere quella su un foglio di carta, ci accontenteremo di un modello
semplificato, cioè a linee di flusso.
Prima di illustrarlo, serve chiarire alcuni concetti.
Intanto, "aria" è una semplificazione per esprimere con una singola
parola quella massa fluida che riempie la grotta, costituita da un grandissimo
numero di particelle distinte, caratterizzate ognuna da caratteristiche fisiche
e chimiche omogenee, quali pressione, temperatura, densità, velocità,
concentrazione delle molecole di gas, vapore, liquido e solido in sospensione.
Tralasciamo pure la definizione di posizione e velocità di una particella, e la
definizione di particella stessa, o "volumetto elementare", date per
acquisite e, con una certa approssimazione, utilizzabili nel loro significato
intuitivo da chiunque riesca a visualizzare la posizione di un punto in un
sistema di coordinate, e la velocità istantanea di una particella d'aria
mediante un vettore, ovvero una freccia orientata.
Seguiamo una di queste particelle nel moto lungo la sua
traiettoria, cioè lungo quella linea curva che idealmente unisce tutte le
successive posizioni che la particella occupa successivamente durante il moto.
In generale, le caratteristiche fisiche e chimiche di una particella di fluido
variano con continuità lungo la traiettoria. Soffermiamoci su un qualsiasi
punto di questa traiettoria. Si tratta di un punto fermo, posizionato a
mezz'aria, immobile, sempre lo stesso. Immaginiamo di osservare tale punto e di
misurare le caratteristiche fisiche e chimiche delle particelle che transitano
per tale punto una dietro l'altra, senza soluzione di continuità. Ora possiamo
introdurre il concetto di velocità, o temperatura, o qualunque altra grandezza, in quel punto. Si tratta del valore del
medesimo parametro, velocità o temperatura, che caratterizza quella particolare
particella che in un determinato istante transita per il punto prescelto.
E' un artificio: abbiamo cambiato punto di vista. Ora le
particelle attraversano il nostro punto di controllo e, se le caratteristiche
fisiche del nostro volumetto di controllo sono costanti nel tempo
("stazionarie"), ecco che cogliamo immediatamente il significato di
"moto permanente", che può essere agevolmente esteso all'intera massa
d'aria che attraversa la grotta. Se all'interno di una porzione di grotta, le
condizioni di velocità, punto per punto, non variano nel tempo, ecco che ci
troviamo davanti a un moto permanente. Insomma, si tratta di bagnarsi in uno stesso
fiume, ma in acque sempre diverse, come tentava di spiegare Eraclito l'Oscuro
ai suoi concittadini.
Il moto permanente è uno dei tanti possibili modi di
comportarsi di una massa d'aria. Se le condizioni "al contorno" di
una porzione di grotta non variano, e se il moto non viene perturbato da
transienti (ad esempio, uno speleologo che attraversi il flusso d'aria),
dobbiamo attenderci che anche le caratteristiche del flusso non varino. In
queste condizioni, possiamo provare a disegnare uno schema del flusso d'aria
con il modello a linee di flusso.
Immaginiamo, quindi, il nostro fluido che si muove di moto
permanente attraverso la grotta. La traiettoria di un volume unitario di
particelle che si muovono insieme è rappresentata sulla carta con una linea di
flusso, come se la linea di flusso fosse un tubo che guida le particelle nel
loro moto. Il modello che stiamo costruendo ha anche una solida formulazione
matematica sulla quale, in questa fase, sorvoleremo ampiamente. Non ci
interesseremo quasi per nulla degli aspetti numerici, estendendo il nostro
ragionamento unicamente al piano qualitativo.
Infine, abbiamo bisogno anche di un "volume di
controllo", ovvero di una regione dello spazio ben delimitata dove
svolgere le nostre ricerche. Può essere l'intera grotta, oppure una parte di
essa.
Le linee di flusso:
a) non si intersecano mai e scorrono parallelamente al
confine impermeabile della roccia. Particelle provenienti dalla stessa
traiettoria, possono separarsi in due flussi indipendenti, ad esempio, per superare
un ostacolo posto al centro di una galleria. Alcune, passeranno alla destra
dell'ostacolo. Altre, alla sua sinistra. Altre volte, particelle che provengono
da percorsi separati, a valle di una confluenza, si uniranno in un unica
traiettoria. In entrambi i casi, conserveremo il principio di non intersezione
disegnando, già prima dell'ostacolo, o mantenendo a valle della confluenza, le
due linee di flusso distinte. Del resto, le linee rappresentano volumi in movimento diversi!
b) hanno per tangente, in ogni punto, il vettore velocità
delle particelle d'aria;
c) più sono fitte, maggiore è il valore della velocità delle
particelle.
d) Se, all'interno del volume di controllo, si originano o
terminano una o più linee di flusso, si è in presenza di una (o più) sorgente o
di un pozzo d'aria (nel senso fluo-dinamico, non speleologico) collocato
all'interno del volume di controllo. Questo è un tipico caso che rappresenta
una di quelle anomalie che andiamo cercando e che, chissà, segnalano una
strettoia da forzare, o una frana da controllare punto per punto.
e) Se le linee sono chiuse su se stesse, si è in presenza di
un rotore.
MODELLO
In condizioni di moto permanente, il flusso all'interno di
una galleria di sezione regolare è uniforme. Per raffigurarlo è sufficiente che
immaginiamo un fascio di filetti fluidi paralleli. In presenza di ostacoli
nella sezione della galleria, di allargamenti o restringimenti, o di variazioni
brusche della sezione, come nel caso di sbocchi, immissioni, diramazioni, il
corso delle linee di flusso cessa di essere uniforme e si determinano zone di
flusso dove l'attrito tra gli strati dell'aria genera una rotazione su se
stessa di una massa d'aria. Tale rotazione è chiamata rotore o vortice. Nel
caso di moto permanente, i vortici si alimentano a spese dell'energia tratta
dalle massa d'aria che li origina e assumono una posizione stazionaria o,
oscillante con regolarità.
Una perturbazione momentanea, come ad esempio l'interferenza
data dal passaggio di una persona attraverso una corrente d'aria
precedentemente indisturbata, genera vortici momentanei che si spostano
nell'ambiente e modificano la geometria del flusso originario per un breve
periodo, finché la perturbazione non si estingue. Difficilmente si possono fare
previsioni circa le perturbazioni del flusso che induciamo con la nostra stessa
presenza all'interno di una grotta e, a maggior ragione, all'interno di una
strettoia. Entra in gioco anche il fattore di scala. Alla scala planetaria, le
perturbazioni che si originano all'equatore, viaggiano fino alle nostre
latitudini.
Eccoci, dunque, pronti per campionare la direzione dei
flusso dell'aria in quanti più punti possibile allo scopo di ricostruire, per
punti, una mappa che ci consenta di schematizzare il flusso d'aria.
Alcune regole
A) è necessario rendere visibile il flusso, iniettandovi una
sostanza estranea che sia capace di evidenziare le linee di flusso. Questa
sostanza deve essere persistente nel tempo e, nello stesso tempo, non deve
disturbare il moto del fluido. Il massimo risultato si ottiene quando la
sostanza in questione è colorata, magari fluorescente, e ha la medesima densità
dell'aria nella quale è dispersa, ovvero ha una velocità di caduta
sufficientemente bassa, tale da permettere cioè, di seguire il moto per un
tratto abbastanza lungo. Naturalmente, sarebbe opportuno che tale sostanza non
sia nociva per l'uomo e per l'ambiente.
Il fumo è abbastanza visibile, facile da produrre e
persistente ma, per via della maggiore temperatura rispetto all'ambiente circostante,
si muove verso l'alto e rende difficoltosa la stima dei moti verticali.
Usualmente, per produrre il fumo, utilizzo le bacchette di incenso tipo
"Patchouli" che, all'occorrenza, e in grandi quantità, consentono di
effettuare tracciamenti aerei odorosi tra cavità probabilmente collegate.
Il talco è meno visibile del fumo, ma non è animato da moti
convettivi. Il tempo di caduta è molto breve e può essere utile nella
valutazione di forti correnti d'aria. Funziona meglio il talco micronizzato,
contenuto in un contenitore di plastica morbida che consente di spruzzarlo.
Molto utile nelle battute esterne.
La nebbia prodotta da un nebulizzatore portatile a
ultrasuoni, caricato con acqua magari additivata con un colorante fluorescente,
potrebbe essere una frontiera sperimentale interessante, visibile, persistente
e con tempi di caduta delle gocce abbastanza lunghi. Per ora, non ho mai usato
questa tecnica.
B) evitare quanto più possibile di perturbare il moto
originario, riducendo la presenza in ambiente delle persone al minimo e
rimanendo fermi durante l'osservazione. Naturalmente, è necessario non
interferire direttamente con il flusso e mantenersi in posizione quanto più
possibile distante dalla fonte di fumo, vicino alle pareti rocciose.
L'osservazione deve protrarsi per il tempo necessario perché le perturbazioni
(vortici) indotti dalla nostra presenza non si siano estinti. Tuttavia, è
necessario completare le misure dello schema della circolazione in un tempo
sufficientemente breve perché la variazione delle condizioni al contorno
(esterne) non determini modifiche del flusso durante l'osservazione.
C) studiare il rilievo della cavità; scegliere i punti di
campionamento con intelligenza, seguendo lo schema mentale della circolazione
che via via si delinea e verificando le intuizioni passo dopo passo. In
generale, converrà indagare sia il perimetro del nostro volume di controllo
alla ricerca di pozzi o sorgenti, sia lungo gli assi delle gallerie. Nel caso
di un flusso uniforme, la velocità dell'aria presso le pareti e il pavimento,
in zona di scorrimento laminare, è quasi nulla per via dei fenomeni di attrito
viscoso: misurare in asse, lontani dalla parete e dal pavimento. Le misure
devono tenere conto della tridimensionalità del problema del flusso. La rappresentazione
planimetrica del flusso può trarre in inganno laddove esistano moti convettivi
nel piano verticale: è il caso di gallerie che presentano flussi di ritorno
presso il soffitto. In tal caso, si sarebbe indotti a credere che l'aria si
infila da qualche parte, al termine della galleria, senza capire che il
percorso di ritorno è a una quota diversa.
D) Il fumo
dell'incenso si origina sulla punta della bacchetta. La velocità cresce man
mano che il fumo sale. Una prima fase del moto avviene in regime laminare. Il
flusso del fumo è ordinato. Superata la velocità critica, si manifesta la
transizione turbolenta e il fumo si allarga in vortici, miscelandosi con l'aria
circostante e manifestando un moto globale più facilmente interpretabile.
Provare varie inclinazioni della bacchetta: orizzontale, rivolta verso il
basso.
E) Lo studio dello schema della circolazione dell'aria non è
di certo un metodo risolutivo. E' un ulteriore strumento di indagine, da
utilizzarsi insieme ad altri metodi, come la prospezione termometrica (l'aria
in movimento è caratterizzata da gradienti di temperatura). Probabilmente, dà
il meglio di sé nelle cavità a prevalente sviluppo orizzontale. Esistono strumenti specifici, ad esempio
l'anemometro a filo caldo, che potrebbero essere usati proficuamente in grotta.
Per ora, non ho notizie in merito e, visto il costo e la fragilità
dell'apparecchio, appare improbabile un uso esteso di tale strumento. Altri
tipi di anemometri meccanici non appaiono sufficientemente robusti e sensibili per
l'uso speleo. Questi strumenti, fornirebbero misure quantitative di velocità
dell'aria e, quindi, indirettamente delle portate d'aria. Una stima della
velocità dell'aria, probabilmente l'unica possibile nel caso di correnti molto
deboli, può essere effettuata misurando il tempo di spostamento di una nuvola
di fumo trasportata dal flusso per una distanza nota es: 1 m.
Sandro Demelas (sandrodemelas@gmail.com)
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